lunedì 28 settembre 2009

Corsica, 17 settembre

Dopo i soliti preparativi siamo andati a Isula Rossa in cerca di cartoline, per poi metterci in strada. Direzione: il deserto delle Agriates. Penso che, dopo le gole e i canyon dell'entroterra, il deserto sia uno dei luoghi più suggestivi della Corsica, o perlomeno uno dei posti dove meglio si capisce la fatica dell'isola.
Le Agriates sono una serie di colline piene di sassi e rocce. Non é un vero deserto, visto che c'é l'acqua, la vegetazione (seppur bassa), gli animali e pure qualche abitazione e ristorante in prossimità delle spiagge più importanti. Eppure si capisce molto bene lo spirito spoglio dell'isola, dove tutto costa sudore e fatica (almeno fino a qualche decina di anni fa). Fermandoci a mangiare scopriamo un uliveto con alcuni ruderi di abitazioni. Una casa, un forno a legna, una stalla o una dispensa, più in giù qualche edificio più piccolo, forse dei magazzini. Osservando la stalla si può vedere la tecnica di costruzione del tempo, povera ma funzionale. Spessi muri a secco con poco fango o malta, spessi rami induriti col fuoco ricoperti da una spessa coltre di terra come tetto.
Finito il cibo e fatte alcune fotografie (che bello il ritorno della voglia di fotografare dopo tanto tempo) continuiamo a percorrere il deserto fino a giungere a San Fiurenzu (San Florent alla francese) per poi risalire il dito fino a Nonza, un paesino arroccato in cima ad uno sperone di roccia, con una torre di difesa nera come la lunghissima spiaggia sottostante. Se ci si affaccia si scorgono moltissime scritte e disegni fatti con sassi bianchi sui neri ciottoli della spiaggia. Rapido giro con la maschera e ci avviamo di nuovo verso il deserto, per vederlo dipinto dai colori del tramonto. Spettacolare!

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